Esistono diversi filtri anti particolato montati sulle vetture, a grandi linee, il funzionamento di base rimane invariato per tutti i modelli.
La centralina di gestione motore, monitorizza continuamente il filtro per assicurare un corretto funzionamento e una corretta manutenzione dello stesso, il filtro anti particolato è a sua volta abbinato ad un catalizzatore e ha lo scopo di filtrare i gas di scarico. Possiamo dividere i filtri in due categorie: Esistono modelli dotati di un serbatoi aggiuntivo nel quale vi è all’interno un additivo che permette al sistema di raggiungere la temperatura necessaria per attivare il sistema di rigenerazione ed un altro che utilizza il gasolio iniettato per elevare le temperature di esercizio al giusto grado per bruciare le polveri sottili depositate all’interno del filtro. La maggiore diffusione di sistemi senza additivo, la loro semplicità costruttiva e i costi di gestione più bassi, ha permesso una maggior evoluzione di questo sistema, a discapito del primo sistema. Senza parlare del fatto, che i costi di produzione per le case automobilistiche, sono nettamente inferiori. Ricapitolando, i gas di scarico combusti, passano dal collettore di scarico che li convoglia verso il catalizzatore, poi passano per il filtro anti particolato e procedono verso il vaso d’espansione ed infine al silenziatore per poi essere evacuati.
Ovviamente, essendo un filtro, con l’utilizzo della vettura ed il passare del tempo, questo si intasa. Tempo fa, avevano una durata prestabilita e una volta intasati, non rimaneva che sostituirli. Adesso sono progettati per rigenerarsi automaticamente o forzatamente con la giusta attrezzatura professionale: sotto una certa velocità (quindi nel traffico urbano) il sistema filtra i gas combusti, trattenendo la maggior parte delle polveri sottili al suo interno, superando una determinata velocità (quindi durante un normale viaggio extraurbano) avviene la pulizia del filtro, la cosiddetta “rigenerazione”. Durante tutto il periodo, dal momento in cui si accende il veicolo a quando lo si spegne, il processo è continuamente sotto monitoraggio della centralina, che effettua una diagnosi del sistema per rilevare il grado di intasamento e se i parametri lo consentono ed è necessario, avvia la pulizia del filtro anti particolato. questa si ottiene, come abbiamo già detto, iniettando una maggiore quantità di carburante all’interno delle camere di scoppio, al fine di aumentare la temperatura, superando 600 gradi C. e quindi bruciare il particolato raccolto. Di norma, se le rigenerazioni avvengono regolarmente, e le manutenzioni al veicolo sono regolari; almeno per cinque o sei anni non dovremmo avere gravi problemi. La maggior parte delle vetture, posseggono un sistema di avvertimento nel caso in cui il filtro risulti intasato ad un livello non più ammissibile per il buon funzionamento del sistema. In questo caso, si attiva un segnale o una spia di avvertimento che richiede la pulizia del nostro caro filtro. Allora ci facciamo un bel giro in superstrada con la speranza che tutto si risolva, altrimenti bisognerà correre ai ripari. Ovviamente rivolgendosi ad un professionista del settore auto, La non osservanza di questi avvisi, causerà l’intasamento eccessivo del filtro che può causare, oltre che il danneggiamento del sistema stesso, sovra pressioni all’interno del motore con possibili guasti a qualche componente, con la spesa che ne consegue.